All’Archimede n. 5 e 6

I FOTOGRAFI VENEZIANI DELL’800


Il grande ritardo dell’uscita del nuovo numero doppio de L’ARCHIMEDE si ammanta di tristezza. Abbiamo infatti dovuto salutare Diego Padovan, antiquario, esperto e collezionista di cannocchiali ma non solo e Alberto Prandi, amico fraterno, architetto, grafico, storico, divulgatore e docente di fotografia, progettista di mostre, curatore di cataloghi, maestro, fondatore con chi scrive e Giovanni Montanaro, dell’Associazione Culturale Archivio Carlo Montanaro che edita questa rivista della quale era anima e direttore editoriale. Un rimpianto che fa fatica a superare l’incredulità per la scomparsa di entrambi. Giovane ed entusiasta, straordinario cacciatore di manufatti d’epoca anche perché ricco di cultura Diego, addormentato e non più risvegliato nella notte del 23 marzo 2016. Riflessivo, accorto, cauto studioso e organizzatore Alberto, che non disdegnava di stupirsi dei risultati delle sua ricerche, che accettava di buon grado di lasciarsi coinvolgere dal mio instancabile, compulsivo eccesso di entusiasmo. Dopo un anno di alti e bassi di salute che parevano superati, se n’è andato sabato 19 novembre. Lasciando tracce indelebili e progetti interrotti. Uno dei quali rappresenta il CENSIMENTO DEI FOTOGRAFI VENEZIANI DELL’800 che, in modo contestuale, inseguivamo da anni. Contestuale in quanto basato, di massima, sulla mappatura dei segni che gli stessi professionisti avevano prodotto nel tempo in particolare nelle “carte da visita” il più piccolo dei formati (stampa all’albumina incollata su cartone) in uso dedicato sia a copie di immagini disponibili anche in maggiore superficie (dal“formato gabinetto” in su fino all’imperiale”) che alla ritrattistica. Nel retro, questi cartoncini con l’indirizzo del suo stabilimento, eventuali dettagli onorifici e/o le speciali caratteristiche di alcune lavorazioni. Il tutto spesso perfino con una grafica cattivante.Altre indicazioni le abbiamo trovate su altre tipologie di supporti rigidi come, ad esempio, quelli che conservano le stereoscopie. Per completamento e verifica sono state, ancora, consultate e confrontate altre fonti d’epoca come almanacchi e indirizzari, ma anche gli studi specialistici più recenti.Il periodo preso in esame è l’ottocento ma di certo esistono sconfinamenti nel secolo successivo. Fondamentale la partecipazione al progetto e alla redazione di Alessandro Mander, collezionista curioso ed attento, che ha accumulato anche un numero importante di “carte da visita” in buona parte qui di seguito riprodotte. E che ha trovato anche il prezioso Catalogue Général des Photographies Editées par C. Naya, del 1877. Non lo riproduciamo totalmente dal momento che spesso viene indicata solo la lista dei luoghi fotografati e non ci sono descrizioni o dettagli aggiuntivi come nel Catalogo di Carlo Ponti presente nel numero precedente. Mentre son proposte tutte le pagine che offrono presentazioni o tipologie di immagini e materiali esclusivi. Pubblichiamo anche le poche immagini di fotografi o botteghe conservate nell’Archivio. Nonchè uno stradario con la collocazione dei vari atelier in questa nostra Venezia senza tempo.

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